Numero 26

Primavere.
Mi ricordo un sacco di primavere.
Come se da bambini non si facesse altro che far uscire il sole, ogni pomeriggio, di ogni domenica, a scavare la coppetta del variegato all’amarena, a farsi arrivare la gonna in faccia in un tentativo vano di fare la ruota, a calpestare il biancospino in sua parte, in petali, quelli a terra, trascinandone il profumo.

Sembrava davvero ce ne fossero un’infinità, di primavere.


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